9 + 1 Curiosità su: “Il Mio Vicino Totoro”

9 + 1 Curiosità su: "Il Mio Vicino Totoro". Film d'animazione del 1988 scritto e diretto da Hayao Miyazaki

my neighbor totoro

9 + 1 Curiosità su “Il Mio Vicino Totoro”

Il mio vicino Totoro è un film d’animazione del 1988 scritto e diretto da Hayao Miyazaki; prodotto dallo Studio Ghibli e distribuito dalla Toho.

Curiosità N. 1 – L’idea del film iniziale fu rifiutata

Hayao Miyazaki è stato definito il “Walt Disney del Giappone” per la sue splendide opere cinematografiche come: “Kiki Consegne a Domicilio” del 1989, “La Principessa Mononoke” del 1997, “La città incantata” del 2001 e anche gli altri film.Tuttavia all’inizio degli anni ’80,  Miyazaki si stava ancora facendo un nome e la sua presentazione iniziale per “Il Mio Vicino Totoro” fu rifiutata dalla Tokuma Shoten Publishing Co. Miyazaki e il produttore Toshio Suzuki ci hanno provato di nuovo nel 1987, ma i finanziatori e i dirigenti della distribuzione “non pensavano che il gigante peloso potesse decollare, letteralmente o figurativamente”. Maureen Furniss scrisse in Animation: Art and Industry che “I distributori semplicemente non credevano che ci fosse un pubblico per una storia su due bambine e un mostro nel Giappone moderno”. Ulteriormente anche l’ambientazione era problematica ed era stata una causa del rifiuto iniziale poiché il film sarebbe stato ambientato nel Giappone rurale negli anni Cinquanta -. I precedenti film di Miyazaki, invece, erano ambientati in luoghi fittizi o non identificati mentre Il mio Vicino Totoro è stato il primo ad aver luogo in Giappone. in quegli anni, una storia senza un eroe o una ragazza con superpoteri e il normale scenario giapponese come sfondo, non era considerata abbastanza divertente disse Miyazaki in un’intervista pubblicata nell’edizione Blu-ray del 30° anniversario. Il Maestro aggiunse “L’intrattenimento all’epoca riguardava le armi, l’azione e la velocità.  Volevo che il mio film fosse pacifico, tranquillo e innocente. Volevo creare quel tipo di mondo. Inoltre, volevo dimostrare che un film come questo poteva avere successo . ”

Curiosità N. 2 – Il flop del Box Office

Suzuki, che è un produttore cinematografico e finanziatore, suggerì di proiettare “Il mio vicino Totoro” insieme a un altro film dello Studio Ghibli, “La tomba delle lucciole”, come doppio lungometraggio per conquistare i finanziatori,. 

Quest’ultimo film era sostenuto e finanziato dall’editore Shinchosha, che all’epoca era più affermato di Tokuma Shoten, l’editore che ha finanziato “Il mio Vicino Totoro”.

Questa idea è stata infine approvata e i due film sono stati presentati in anteprima insieme nel 1988. Il mio vicino Totoro però non è diventato un successo commerciale fino a quando non è arrivato alla televisione giapponese.

“Di tutti i film realizzati dallo Studio Ghibli, Totoro ha avuto il peggior incassi di apertura”, ha detto Suzuki nel DVD dell’anniversario.

 “Un anno dopo, è andato in onda in TV. Quando è andato in onda su NTV, gli ascolti sono andati alle stelle.”

Curiosità N. 3 – La pronuncia sbagliata

La parola TROLL in giapponese è pronunciata TOTORU, che suona simile a come Mei chiama la soffice creatura della foresta che incontra. 

Quando Mei dice a sua sorella quello che ha visto, Satsuki le chiede se sta parlando del troll in uno dei loro libri e Mei annuisce. 

Questo non ha molto senso nella nostra lingua perché troll e Totoro hanno un suono di pronuncia completamente differente, ma inizia a comprendersi il senso quando scorrono i titoli di coda del film., infatti la madre delle due ragazze può essere vista leggere loro la fiaba “I tre capretti furbetti”, che, contiene un personaggio di troll. Per questo motivo, si crede che sia il libro a cui si riferisce Mei sia quello.

Tuttavia, come scrisse Miyazaki in “The Art of My Neighbor Totoro, ” Totoro è il nome che Mei, la protagonista di quattro anni, dà a queste creature e nessuno sa quale sia il loro vero nome”. 

Curiosità N. 4 – Ispirato dai luoghi dove visse Miyazaki

Il film è ambientato a circa un’ora di macchina da Tokyo a Tokorozawa e più precisamente nelle colline Sayama, dove Miyazaki possiede una casa.

Miyazaki ha spesso passeggiato per la città e ha ammirato lo scenario lussureggiante il quale ha ispirato gran parte dello sfondo del film. 

“Se non vivessi a Tokorozawa, Totoro non sarebbe mai nato”, ha detto Suzuki citando Miyazaki.

 L’area è ora soprannominata “Foresta di Totoro” e i fan possono visitare una statua di Totoro all’interno della Casa di Kurosuke, che sembra simile a quella del film.

Curiosità N. 5 – Similitudini ad “Alice nel Paese delle Meraviglie”

Ci sono molti parallelismi tra il grande classico “Alice nel Paese delle Meraviglie” e il cult creato da Miyazaki “Il Mio Vicino Totoro”: in primo luogo la giovane Mei incontra il chimi-totoro o il piccolo spirito Totoro bianco, che inizia a seguire proprio come fa Alice con il bianconiglio la quale attraverso la tana dello strano animaletto sbucando così nel Paese delle Meraviglie, un po’ come accade a Mei che cade all’interno dell’albero di canfora, solo che questa volta non ci sono strane bottigliette con scritto “Bevimi” .

Numerose scene sono un marchio di fabbrica del mondo dello Studio Ghibli, ma ve ne sono altre che devono molto all’immaginario creato da Lewis Carroll: ad esempio, il Gattobus, con il suo ghigno sornione e sinistro sempre ben ostentato e gli occhi ampi e vuoti sono chiaramente un riferimento allo Stregatto uscito dalla fantasia dello scrittore inglese. 

Miyazaki nel DVD dell’anniversario disse che Quando ha dovuto inventare una specie di autobus mostruoso, ho pensato al gatto mutaforma del folklore giapponese e quindi ha trasformato un gatto in un autobus  e non si ispirato allo Stregatto anche se gli piaceva”

Curiosità N. 6 – Errori di Animazione

Si sa che anche i migliori sbagliano: lo dimostrano alcune piccolo sviste scoperete dagli spettatori più attenti guardando “Il Mio Vicino Totoro”: in una scena, ad esempio, la Nonna porta Mei da Satsuki mentre quest’ultima è a scuola; la piccola è talmente inconsolabile da correre dalla sorella rifiutandosi di lasciarla per il resto del giorno ma proprio mentre è a scuola, Mei colora allegramente un disegno di Totoro con dei pastelli blu e la cosa più strana è il disegno che si evolve cambiandosi di scena in scena, con piccole differenze.

Un altro errore si può rintracciare nella scena in cui le sorelle tornano a casa dopo scuola. Infatti dopo essere state sorprese dalla pioggia, le ragazze provano a ripararsi in un piccolo santuario lungo la strada; il loro vicino, Kanta, prima passa loro accanto con un grande ombrello, per poi decidere di tornare indietro e offriglielo per poter tornare a casa senza bagnarsi. Se prestate attenzione, il colore del manico dell’ombrello cambia in pochissime scene.

Altra svista la si ha quando le due ragazzine stanno per rincasare e Mei inciampa e la sua gonna finisce per sporcata di di fango successivamente dopo qualche inquadratura dopo, non ce n’è più traccia- dello sporco. 

Nonostante la presenza di tutte queste sviste, “Il Mio Vicino Totoro” è considerato uno dei migliori film targati Studio Ghibli dagli appassionati di film d’animazione.

Curiosità N. 7 – Il significato dei Nomi

In molti film targati Studio Ghibli i nomi scelti per i personaggi sono importanti per il loro significato: ad esempio, ne “Il Mio Vicino Totoro”, i nomi delle due sorelle giocano con il concetto di “mese di maggio”. 

Mei, come si può evincere con più facilità, somiglia alla parola inglese per indicare il mese di maggio (“May”); in giapponese il nome può essere scritto con vari caratteri kanji e può significare germoglio. 

Satsuki è, invece, un nome giapponese più tradizionale che si rifà convenzionalmente al quinto mese dell’anno ovvero maggio. È inoltre interessante sapere che il nome può anche riferirsi all’azalea, una tipica pianta del Sol Levante che cresce solo sulle montagne; scritto in altri caratteri kanji, può significare bocciolo, luna/mese, sabbia o felicità.

Curiosità N. 8 – Riferimenti Shintoisti al Dio della Morte

Tra i tanti temi trattati all’interno del film “Il Mio Vicino Totoro”, spicca di sicuro quello legato all’ambiente e al rispetto della natura: tematiche quanto mai attuali ma che affondano le proprie radici nella tradizione giapponese, nel cuore antico di un sistema di credenze chiamato Scintoismo.

Il rispetto per la natura, la connessione che lega gli spiriti della natura – chiamati Kami – agli umani e soprattutto la relazione innocente che intercorre tra le bambine ( che sono mosse solo dalla curiosità) e questo grande spirito (ovvero il Re Totoro) che le guida attraverso il doloroso percorso di malattia della madre, sono tutti elementi che si possono rintracciare alla base della filosofia scintoista.

Ma questa interpretazione “religiosa” – o comunque, trascendentale – non è l’unica che i fan hanno fornito per decifrare i simbolismi presenti all’interno de “Il Mio Vicino Totoro”: lo spirito della foresta sarebbe, secondo loro, il dio della morte. Di conseguenza, solo le persone che stanno per morire sarebbero in grado di vedere queste creature.

Verso la conclusione del film Mei si perde e gli abitanti della cittadina trovano un piccolo sandalo nello stagno e chiedono così a Satsuki se appartenesse alla sorella ma lei nega. Tale azione ha fatto sospettare i fautori di tale teoria che in realtà la ragazzina stia mentendo e che, di conseguenza, stia negando a sé stessa la terribile possibilità che la sorella sia morta.

Inoltre il tentativo di Satsuki di trovare Totoro per molti corrisponderebbe a una sorta di viaggio nell’oltretomba.

Un altro esempio dei sostenitori della teoria lo si ha quando le due sorelle si ricongiungono sotto l’albero della finestra dell’ospedale della madre e dato che solo la donna può vederle (e non il padre) molti suppongono che anche questo rientri nella stessa teoria di prima, perché solo la donna – prossima alla morte – può vedere le figlie che forse sono già morte a loro volta e tutto questo viene avvalorato dal fatto che le due ragazze non riflessa per terra la loro ombra.

“Non preoccupatevi”, avrebbe detto lo Studio Ghibli. “Non c’è assolutamente alcuna verità che Totoro sia il dio della morte o che Mei sia morta ne “Il mio vicino Totoro.” 

La vera spiegazione per la mancanza di ombre è più banale: gli animatori semplicemente non hanno ritenuto le ombre necessarie per la scena in questione, secondo lo studio.

Curiosità N. 9 – Niente Nomination agli Oscar

Non solo “Il Mio Vicino Totoro” si rivelò, purtroppo, un flop al box office ma non ricevette nessuna nomination agli Oscar: ma i forti temi affrontati nel film, come il rapporto con la natura e lo stile nell’animazione non passarono inosservati, permettendo così al film di vincere il premio come Miglior Film ai Kinema Junpo Awards del 1989, insieme a quello come Miglior Film Giapponese per i Reader’s Choice Award dello stesso anno.

Dopo l’uscita nel 1988 il film fu votato come miglior film dai lettori del magazine sugli anime Animage e premiato – sempre nella stessa categoria – al concorso cinematografico Mainichi Film e ai premi Ofuji Noburo un anno dopo l’uscita in sala, ricevendo una nomination ai Saturn Awards.

Nel 2003 Hayao Miyazaki fu premiato con il suo primo Academy Award per “La Città Incantata”, trionfando nella categoria Miglior Film d’Animazione prima del premio ulteriore ricevuto nel 2014, quando fu insignito di un Honorary Award in occasione dell’Accademy’s Governors Awards e Nel 2008 la rivista inglese Empire lo inserì al numero 275 della lista dei 500 migliori film della storia.

Curiosità N. 10 – Il logo dello Studio Ghibli

Il personaggio di Totoro è stato talmente apprezzato da essere in seguito utilizzato per il logo dello Studio Ghibli.

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